Elisabetta … la nostra piccola peste

Vivere l’attesa di un bambino è come leggere un fiaba in cui l’immaginazione si arricchisce di nuovi scenari, suoni, immagini ed emozioni, un’avventura nel quale si alternano serenità e timori, trepidazione e armonia.

La nostra fiaba ha un lieto fine, una principessa guerriera e molti eroi a cui saremo grati per tutta la vita.

… Per molto tempo abbiamo sperato di chiudere il nostro cerchio, immaginavamo che la famiglia sarebbe stata perfetta in quattro, e quando stavamo per perdere le speranze è arrivata la bella notizia, come una imprevedibile nuvola d’estate.

La gravidanza è passata velocemente, apprensione e tensione hanno dominato ampiamente la dolce attesa, la nuvola d’estate era il presagio di una tempesta che nessuno può immaginare, che nessuno può essere preparato a superare.

Dopo la rottura delle acque si è fermato il tempo, almeno per noi, scarsa dilatazione e insufficienti contrazioni hanno caratterizzato una lunga giornata, Elisabetta era sofferente, le sue pulsazioni cardiache instabili, bradicardia e tachicardia si alternavano, se ne accorgeva la Mamma e le Zie che la monitoravano nella notte, erano i primi lampi della tempesta che ci aveva ormai investito.

La situazione era molto instabile, ed è capitolata dopo due successive bradicardie prolungate, il cesareo d’urgenza è stata l’unica possibilità per salvare la piccolina.

Elisabetta è venuta al mondo a seguito di una crisi respiratoria, una sofferenza asfittica che non le ha permesso di respirare per diversi minuti causando un’encefalopatia ipossico-ischemica e una conseguente alterazione multiorgano.

Ma nei momenti difficili delle fiabe arrivano gli Eroi, i nostri hanno camici verdi o azzurri, e sono persone meravigliose che dedicano gran parte della loro vita a salvare piccoli esserini che non sanno ancora di essere al mondo.

E’ così Elisabetta nella mattina del 22 Aprile fa il suo primo viaggio, la Zia Elena e la Zia Carlotta la trasportano dall’Ospedale di Carate a Monza in TIN, è viva e pronta, almeno Lei, per affrontare una partenza in salita.

I primi giorni in TIN sono devastanti, il tempo si dilata e si perde il contatto con la realtà, i sensori acustici, i cavi sulla testolina e i tubicini nelle braccia creano sgomento e lasciano spazio solo ad un immotivato senso di colpa e alla disperazione.

I giorni passano, le terapie si susseguono, risolto un problema ne compare uno nuovo, Elisabetta resiste e i suoi Eroi combattono con Lei!

Si instaura una routine nei gesti quotidiani, le visite dei medici, lecure delle infermiere, le corse a casa a recuperare la Sorellona che freme per vedere la Sorellina, il resoconto ai nonni e agli amici in visita, le cene tutti insieme nel living, un turbine che investe tutta la Famiglia.

Dopo un mese, un infinito mese, Elisabetta risolve le situazioni di criticità, ha vinto la battaglia, è pronta per andare a casa, e noi ci prepariamo ad essere nuovamente Genitori, a chiudere il nostro cerchio.

Oggi Elisabetta sta bene, è una bimba vivace, molto vivace, un terremoto inarrestabile che sorride incessantemente.

Non sappiamo cosa succederà domani, se avrà qualche problema legato alle lesioni neurologiche, perché dalla TIN si esce sempre con qualche “livido”, ma non siamo preoccupati, Elisabetta ci ha insegnato a vivere ogni momento della vita affrontando i problemi con il sorriso.

GRAZIE ai nostri Eroi

GRAZIE TIN

Un pensiero speciale agli angioletti che hanno lottato fino alla fine.